
Il 6 ottobre 2023, nella sala lettura della Biblioteca Comunale di Fluminidi Quartu (Quartu Sant’Elena) si è svolta l’iniziativa “Garibaldi e Mazzini dal pensiero alla tavola” (Guarda il video integrale dell’evento). L’iniziativa, finanziata dal Comune di Quartu Sant’Elena e dalla Fondazione di Sardegna è stata avviata da Emanuela Locci (presidente ANVRG-Cagliari) che ha introdotto e coordinato i lavori. Sono seguiti gli interventi di saluto da parte dell’assessora comunale Tiziana Cogoni e della presidente nazionale dell’ANVRG Raffaella Ponte.
Nella prima relazione Federica Falchi, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Cagliari, ha focalizzato il tema della questione di genere nel pensiero di Mazzini e Garibaldi. L’attenzione di Mazzini verso la questione femminile si sviluppa durante il suo esilio londinese, parallelamente alla questione, quando può confrontarsi con le esponenti del movimento femminista britannico. Per l’Esule non esiste alcuna superiorità dell’uomo nei confronti della donna che ha subito nel corso della storia una lunga oppressione e un’educazione diseguale che ne ha condizionato il percorso per la parità con l’uomo. La donna deve essere uguale all’uomo nella vita culturale e politica, con il ruolo di compagna paritaria nelle gioie, nei dolori, nelle aspirazioni di miglioramento sociale. Mazzini teorizza l’unità della famiglia umana, che non potrà realizzarsi fin quando metà di questa famiglia vive in condizioni di ineguaglianza civile, politica e sociale. L’emancipazione delle donne e degli operai dovrebbe andare di pari passo per la consacrazione della verità universale.
Giuseppe Garibaldi sviluppa invece la sua sensibilità verso la questione femminile quando combatte in Sudamerica e ha il fatidico incontro con Anita. Dalle memorie dell’Eroe emerge che la figura di sua moglie sia stata fondamentale nella definizione del ruolo paritario della donna. Anche Garibaldi rimarca la questione educativa che fino ad allora (e per molti decenni successivi ancora) vedeva escluse le donne che, se avessero la possibilità di istruirsi, sarebbero sicuramente adatte al governo dei popoli. L’uomo nei momenti di difficoltà non sarebbe in grado di avere la risolutezza e l’energia della donna.
Alice De Matteo, dottoranda di ricerca all’Università di Salerno, ha presentato i primi risultati del progetto “A tavola con Garibaldi e Mazzini” che ha l’obiettivo di raccontare e comunicare al pubblico la storia del Risorgimento attraverso le abitudini alimentari dei principali protagonisti. La ricerca su Mazzini si è concentrata principalmente verso l’epistolario e le lettere che invia alla madre e ai compagni, per Garibaldi le fonti principali sono state le sue Memorie e le testimonianze raccolte dalla figlia Clelia che ha vissuto nella casa di Caprera per molti anni dopo la morte del padre. Se i punti in comune delle abitudini alimentari dei due protagonisti del Risorgimento si possono ritrovare nell’area ligure-provenzale, per Mazzini l’esperienza dell’esilio è un confronto difficile con i cibi d’oltremanica che lo spinge a ricordare e replicare i piatti della tradizione genovese, mentre Garibaldi è molto influenzato dall’esperienza americana che introduce nella sua dieta la carne arrostita alla brace.
L’attività del progetto si è poi orientata verso gli istituti scolastici alberghieri e turistici dove, dopo una lezione storica, gli studenti e le studentesse possono confrontarsi direttamente con gli ingredienti e i piatti risorgimentali che, come nel caso dell’Istituto turistico di Arma di Taggia, sono stati proposti in una cena aperta al pubblico.